Sergio Soda Star
UNA TRAGEDIA DEL 2014
Nel 2014 avrei dovuto trovare un equilibrio
tra il sogno e l’isolamento, e tu tra il sogno
e essere una troia. Non ci siamo riusciti, è un fatto
Ora io non so a cosa è valso il tuo vivere,
se così si può chiamare, e il mio non vivere,
se così si può chiamare
sono curioso però dei tuoi ricordi
Sapere se un cazzo casuale vale
le luci colorate della milano como
Se un bacio senza storia vale davvero nell’infinito,
perché delle luci io garantisco
(…)
n’è passata d’acqua sotto i ponti
io adesso davvero vorrei… io vorrei…
forse dimenticare tutto al posto tuo
E che tu versassi una lacrima per i miei giorni vuoti
***
POESIA: TI RICORDI COME TI HO CONQUISTATA?
Si discuteva di lana e ti dissi
che il cachemire non era la mia
Essa era lo shetland ruvido e luminoso
Poi rincarai la dose
Ti parlai di un pullover immaginario
Giallo e a pelo lungo
Elettrico che sapeva di limone
Ti dissi che lo avevamo in due sulla faccia della terra
Io e brian eno
Ridesti senza capire come una matta
Poi mi feci serio
“queste maglie con le loro trame non si trovano più”
Ma tu mi prendesti la mano e sussurrasti
“Io lo troverò”
Passarono gli anni
Di quell’oggetto nemmeno la traccia
Eravamo ostili sulla spiaggia dell’estate, il nostro inverno
La lana era lontana
***
POESIA: FOTOGRAFIE
In una ho la maglietta con lo squalo
Sono fuori dal balcone di the dream of naples
La luce mi bagna come un new waver popolare
La mia tradizione è tutta in vita
Poi in un’altra faccio ridere
Sono grasso e ho i pantaloni cortissimi per far vedere i burlington
Indosso la polo definitiva di best company, viola e verde
Poi c’è quella brandless
A edimburgo w l’anarchia c’è scritto
Non sono mai stato così preciso
I capelli sono sparati e ho i wayfarer
In un’altra c’è germana, attorno al subbuteo
Ho una lacoste gialla a strisce
Mi viene da piangere
***
Quando sei in albergo e fai colazione
E c’è il sole che ti bagna e la sera prima hai fatto l’amore
Con la donna che ti mangia di fronte
E le cade qualche briciola dalla bocca
Meglio ancora se fuori c’è una città ordinata
Non per forza gradevolissima
Oppure bellissima chissà ricca d’ori e spezie
E i taxi sono belli e silenziosi
Fai un patto con te stesso
Cerca di non fotografare la situazione per quello che è
Non essere il cronista di te stesso
Lavora per il ricordo e correggi la storia
Mettila in un luogo mitico di voi più che di te
Falsifica la memoria
***
UN’ALTRA STORIA DELLA PORNOGRAFIA (OMAGGIO A FRANCESCO FILIA)
L’ordine di leccare è perentorio quanto inutile
Chi sta lì sta lì per ubbidire
Assai più rivoluzionario risulterebbe un divieto
Assai più moderna un’inibizione
Ma l’ascolto ha una sola via
È impossibile uscire dalla fossa
La strada segnata dai corpi chiede solo i vermi
E la storia ammutolisce nella viscosità dei segni
***
POESIA: SE UNA NOTTE D’ESTATE UN PENDOLARE
a Saronno tutte le strade condussero a me
Nicoli mi narrò del sottopasso il primo giorno
il topos del santuario fu l’annuncio dei ragazzi
nei lembi del nuovo romanzo
Ma nel giro di sei anni divenni un habitué
Ogni donna rividi alla sera del teatro
La varesina costituì la mappa
Tanto che mi muovevo come se fosse una patria
Ci venni in tutti i luoghi allora
Dal sogno al pianto che non poteva mancare
Fino all’apparizione di un taxi
E finii dietro le sbarre a guardare la corsa vuota
A rivedere il film della stazione, della mia stazione
E poi feci le valigie Saronno, addio
POESIA UN PO’ SQUALLIDA: LA DOMENICA
Domenica tu sei per me qualcosa
Che non so dire. Scendo a prendere il caffè
Con un amico e parliamo un po’ e tu sei con noi
Quasi non invitata ma attenta.
Ad ogni istante c’è quella promessa di pranzo
Di una madre apprensiva ed ansiosa
Che sta cucinando ora senza problemi
In un’angoscia che va tutta nello stomaco.
A tavola è come il gran premio
La vera formula uno di noi che mai ci divertimmo
Ma ridemmo sempre.
Oh domenica resta per sempre nel mio cuore allegro
E triste e senza sabati e vacanze.
***
A GUCCI
sono preda delle particelle
che sono belle
vedo le luci colorate
l’intermittenza ci fa qualcosa
nel sogno (pure) è innamorata
cadono le comete e tutti gli astri
quando mi ricordi
capita di rado
sono venuto a dirti che me ne vado
***
me lo hai detto nelle luci colorate
di rimini in una specie di natale
senza nemmeno conoscere il riflesso
dei basoli bagnati
quando prendevamo tutte quelle droghe
– per amore
per le vie geometriche dove paralleli
correvano i nostri orli – forse le più belle cravatte
le indossava papà – che per sempre intona
tutta mia la città
o forse in scozia dove la pioggia scioglieva
i primi trucchi dell’infelicità posillipina
del blue monday il pulsare elettrico
dell’ordine nuovo
eppure non sei mai stata così presente
come in questa specie di vecchiezza
che vedo riflessa ogni giorno nel sogno svanito
della vita
***
[nell’infinito è jerry calà
e la sua malinconia a cortina
quando sono andati tutti via]
***
ti capita di passeggiare da sola in casa
non bisogna fare innamorare tutti – pensi
di essere completa – d’un tratto
per via delle calze
allora il ticchettio ti annuncia – la finzione
ormai la riconosco – e mi fa effetto
ti vedo riflessa nel saluto di qualcuno
non vorrei mai vederti ragionare
per me tu sei shetland soffice e sognato
***
(fosse per me
ti manderei un biglietto con su scritto
facciamo l’amore?
oppure
me ne vado)
***
ama e non pensare
Raffaele Morelli
tutto si abbina alla lana
l’anima è blazer
loafers o mocassini poco cambia
derby shoes e carlo d’inghilterra
la thatcher nell’anima
è una dittatura
colorato per contrasto dagli anni senza niente
impongo che mi ami è il mio teorema
***
sempre fa sul serio un pull giallo
di shetland
contro la vita – degli impiegati senza poesia
compra mocassini burgundy
scozzesi per forza
non agire
ama e non pensare
***
tu sei come lo shetland giallo
che riempie l’aria di elettrico giro
e voltarsi poco cambia
dal momento che sei entrata
guardi come si accende
la nuova prospettiva – l’effetto che fai
è muovere alla strategia
per non subire c’è chi si arrende
faccio calcoli a memoria
e non riesco a stare fermo
ordino i vestiti alla difesa
allora offesa mi dài battaglia
mi salvano i rombi della maglia
***
[scintillavano i nostri giubbotti di lana
le donne avevano messo qualcosa sotto gli occhi]
***
ti annuncia il ticchettio delle scarpe
ti vede per prima la cornice della porta
questa attesa mi sorride
questa dinamica di sogno
questa vita immaginaria
molto presto lo sento tornerà
***
sei perfetta ma non sei precisa
***
[solo non posso dirti
che sei l’ultimo anello di una catena di simboli]
***
la vita immaginaria è cominciata
quella sera
la più bella serata della mia vita
ma è inutile raccontarla
chi ha il cuore forte sa dire
riassumo tutta la storia con la parola niente
(lei, caro don giovanni, da sempre si chiede
posso piacere anche a questo?)
e siamo un reciproco pretesto
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