Sacro Gra
Edoardo: Se vai a vedere sacro gra urge tua rece. Devo stroncare Maura e i suoi stilemi di sinistra
Riccardo: il film è brutto, ma in particolare ha tre difetti macroscopici:
1) E' noioso come la quaresima
2) E' esteticamente aberrante, fra 3 anni sembrerà vecchissimo e quella parte tutta gialla l'hanno fatta evidentemente perché avevano cannato le riprese.
3) E' un film pieno del tipo di cinismo peggiore. Quello idiota che non è in grado di motivare se stesso. Cioè, è un viaggio in macchina tra gente più sfigata di noi, ma un po' bizzarra, che viene guardata senza un minimo di interesse. Quanto guadagnano? Come mai sono lì? Che storia hanno? Chi se ne frega. Gli americani lo chiamano to slum: "spend time at a lower social level than one's own through curiosity or for charitable purposes". Per me è questa roba qui.
Edoardo: quanto è vero, soprattutto il terzo punto. il film è chiaramente retaggio di una certa sinistra italiana che speravo dimenticata, quella per cui si aiuta i marocchini perché sono poveri, ma non i teroni perché sono cafoni e appena gli dai i soldi vanno al centro commerciale.
Riccardo: il tizio col barbone criptogay che annusa le melanzane l'avrei decapitato con le mie mani.
Edoardo: è piemontese
Riccardo: tombola
Maura: era comunque meglio di un trattato di Marc Augè.
A me è piaciuta la rappresentazione concisa dell’essere “al limite”, del trovarsi in una condizione di “confine “ esplorata su piani diversi.
E’ vero che l’essere “TRA” città e campagna, ricchezza e povertà, follia e ricerca, uomo e donna, vita e morte è mostrato con personaggi fumetto, però quello che gli riconosco è l’interesse del tema, che forse non è solo nel banale riscontro della povertà nella periferia ma nella riflessione sull’ “identità del luogo “ come risultato di realtà tangenti non comunicanti.
Edoardo: gelo.
Maura: tu avresti risposto che di fronte alla contemplazione della saggezza rimane solo il silenzio.