RABIN, THE LAST DAY di Amos Gitai

 

Amos Gitai porta a Venezia un film teso e diretto, con cui indaga rileggendo gli stilemi del thriller politico l’omicidio di Yitzhak Rabin avvenuto il 4 novembre 1995 da parte di uno studente di legge contrario al processo di pacificazione allora in atto, facendo luce sul clima politico che costituì la premessa dell’attentato.

  

Si alternano filmati d’epoca con ricostruzioni e interviste di politici israeliani, chiamando in causa anche l’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu, ma l’attualità del film si spiega anche a livelli concettuali, mostrando la difficoltà di comprendere per occhi semplicemente occidentali (emblematica la parte in cui si analizza la maledizione religiosa comminata dai rabbini).

 

Fotografia perfettamente oscura, musiche azzeccatissime, un possibile candidato al Leone d’Oro vista anche lo scarsissimo appeal commerciale: un film che rinvigorisce il concetto che raccontare la realtà è sempre più interessante della finzione, e in un festival del cinema con un altissima quantità di film inutili è quantomai sacrosanto ricordarlo.