manualetto film arthouse
Cosa fa la regia di un film art house (diciamo dai Dardenne in su)?
• Inquadrature *sporche*
• Tempi dilatati = durata media delle inquadrature alta (ben al di là del tempo di lettura dell’immagine)
• Pochi dialoghi (e raramente memorabili/citabili – perché deve restare impressa *l’immagine*)
• Poca musica, meglio se in presa diretta
Questi sono dei cliché – che non è una parolaccia, ma vuol dire che se non s’intravede nessuno di questi elementi si fatica a considerarlo un film da “festival”/”arthouse”. Questo bisogno di “sottrazione” e “disarmonia” si regge su due o tre coppie oppositive: Pieno vs Vuoto; Veloce vs Lento (i media ci riempiono di immagini, il cinema le scarnifica; i media sono veloci, il cinema d’autore oppone la lentezza o la *decrescita felice* di Rohrwacher).
Al fondo, c’è l’idea che la contemplazione si associ al *pensiero* e la velocità (per dire, la playstation) al rincoglionimento.
Andrea Minuz
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