L'età del jovanottismo
E' abbastanza evidente che l'era appena iniziata, quella del renzismo, costituisce la naturale prosecuzione di quella precedente, il berlusconismo.
In realtà, sarebbe più corretto dare un nome unico a quest'epoca, questo continuum di sporcizia, approssimazione, di post raggruppati per data e non per importanza, un nome generato dalla grande chiesa del berlusconismo che genera la madre teresa del renzismo, un nome che racchiude tutti gli -ismo più detestabili di questi anni perduti, dal buonismo al fazismo, dal complottismo al grillismo, dallo schettinismo al bamboccismo: il jovanottismo.
Questa amara riflessione mi è venuta in mente leggendo la recensione che Lorenzo Cherubini Jovanotti ha postato sul suo facebook (2 milioni di like) sull'ultimo libro di Aldo Nove, autore già grandissimo e oggi completamente perduto, egli stesso specchio di tutto quanto sopra descritto e sintetizzabile in un'unica parola che abbiamo scoperto un capoverso fa: il jovanottismo.
Vi riporto tale recensione senza ulteriori commenti, semplicemente evidenziando i passi più raccapriccianti, lasciandovi in silenzio, con un vuoto sottofondo in lontananza, di ombelico del mondo, di sincretismo e sì, cretinismo, in un termine, tuttoattaccato, di jovanottismo.
TUTTALALUCEDELMONDO il nuovo romanzo di Aldo Nove che mi è piaciuto molto.
Questa non è una recensione ma una "laude", in tema con il libro!
Conosco Aldo Nove da molti anni, ci vogliamo bene, anche se l'ho incontrato molte più volte nei suoi libri che di persona. I suoi libri li ho letti tutti passandoci tutto il tempo che ci vuole, invece con lui ci ho preso massimo una decina di caffè in una ventina di anni, una volta anche cinque o sei in pochi giorni perchè si aveva in mente di fare una cosa insieme che poi non s'è fatta ,ma questo non importa a nessuno. Ah, mi sono ricordato ora che una cosa insieme l'abbiamo fatta, a Milano, una sera d'estate, un reading sul suo poema Maria, che è una bomba, secondo me, e ha dentro versi come questo : "Da te avvierà ogni cosa il suo percorso: / tu sei l’acqua del mare, io solo un sorso".
Non vengo su questa pagina spesso a consigliarvi libri, anzi direi mai o quasi mai, perché il mio viaggio nelle letture è sconclusionato e per niente ortodosso, Il mio canone letterario è un mash-up incondivisibile, tipo mostarda e latte sui maccheroni di Alberto Sordi ne "l'americano a roma". Ma io poi non lo dò ar sorcio, a me piace, però evito di offrirvelo.
Quest'anno ho letto un sacco di libri importanti , non ve li dico, perché la lettura è una sequenza, come la vita, e non si può consigliare un viaggio fuori dalle rotte , o un lutto, o una ferita a un ginocchio, un tramonto in quel giorno, un innamoramento, oppure il tal cane e il tal gatto, ognuno incappi nei suoi e ne faccia vita vera. A volte però ci sono libri che uno mentre li legge pensa, questo potrebbe piacere a...
Ecco, questo nuovo libro di Aldo Nove è così. Questo potrebbe piacere a...TUTTI QUELLI CHE MI SONO SIMPATICI.
A differenza delle sue cose recenti questo è un librone nazionale, un romanzo splendente, bello come il sole, da leggere, come dire, tutti insieme anche se ognuno per conto suo, come una canzone che passa alla radio.
E' un romanzone di 294 pagine che io ho letto in una sola notte, iniziando dopo cena e proseguendo spedito fino all'ultima pagina, anzi schermata, perché era un pdf, una bozza che mi aveva mandato via mail. Di nascosto dall'autore che mi aveva detto di non darla a nessuno l'ho mandata anche a un mio amico che fa il regista di film dicendogli leggila, qui dentro c'è un filmone.
Dopo che l'ho letto gli ho detto guarda che è bellissimo, questo romanzo può piacere a tantissimi, come succede con quei libri che fanno boom. Lo so che lui qui si metterà paura, ma io dico l'Alchimista o il Piccolo principe o Huckleberry Finn o Piccole Donne o Siddartha o Va dove ti porta il cuore o il Barone rampante, insomma ci siamo capiti, quei libri che alcuni sapientoni dicono di non aver nemmeno letto, perchè fa brutto, eppure...come dice Mastroianni/Guido al tavolino in Otto e Mezzo: eppure...
E' un libro bellissimo, e spero che abbia successo, un grande successo, ma chi può dirlo? Spero che abbia successo perchè Aldo Nove è un poeta, un poeta vero, un grande poeta italiano.
Spero che abbia un enorme successo perché fa bene leggerlo, è un toccasana, è un piacere, una carezza, una bella storia. E' il contrario di suoi altri libri che forse erano anche più belli ma che erano punture, pillole salate, schiaffi in piena faccia, grida nel deserto, gomitate sugli spigoli, tenerezze mascherate da mostro. Qui ha raccontato l'altra storia, altrettanto vera, quella della luce, e la storia della luce è difficilissima da raccontare, il racconto del bene è la cosa più difficile del mondo, tutti lo sanno, la luce di solito è una palla mortale. Aldo Nove c'è riuscito e come è giusto lo ha intitolato "tutta la luce del mondo" senza paura, perchè si fa così, quando ci vuole ci vuole, e l'ha fatto.
Piccardo, il pischello medievale protagonista, è entrato nel mio dream team di personaggi letterari bambini. Il capitano è Pinocchio per intenderci, mica uno qualsiasi. Piccardo è Harry Potter ad Assisi, è Cosimo che sale sul ramo, è Holden nell'italia del medioevo. Suo zio, Francesco, è proprio quello lì, il poverello, il giullare di Dio, l'autore del cantico di frate sole, mica uno qualsiasi. Il Francesco del romanzo di Aldo Nove è impressionante come Kurtz (quello che cuore di tenebra, uno dei miei 5 libri preferiti) ,e va oltre l'orrore, scopre cosa c'è di là ,e ci vuole una gran coraggio, anche solo a pensare di scrivere questa storia ora.
E' una storia di amore e di ribellione.
Aldo Nove, che ogni volta scrive un libro completamente diverso dagli altri suoi, stavolta ha scritto un romanzo che invece è uguale identico a quello che avrei voluto scrivere io se sapessi scrivere un romanzo, e meno male che l'ha scritto lui, così non mi devo nemmeno sforzare e faccio il lettore, che è un gran bel ruolo, a volte.
Ve lo consiglio come ho già fatto con i miei amici che ho incontrato di persona.
del resto San Francesco era sicuramente un santo con la esse maiuscola, ma se avesse sentito Jovanotti cantare il cantico delle creature voglio vedere se non si arrabbiava da tirar giù tutto
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