Fiaba per ottimisti pandemici
"Al lupo!" gridò il pastorello.
"Non c'è nessun lupo" dissero gli abitanti del villaggio. "Sciò. Abbiamo degli affari da fare, soldi da guadagnare."
Il lupo mangiò e mangiò.
"Al lupo!" gridò il ragazzo. Gli abitanti del villaggio diedero un'occhiata alle carcasse nel pascolo "Sì, quelle pecore sono morte. Ma non è detto sia stato un lupo."
"Al lupo!" gridò il ragazzo, mentre la bestia sbudellava altre pecorelle dal gregge.
"Eh, in ogni caso, cosa avremmo potuto fare?" dissero gli abitanti del villaggio, ignorando le loro trappole da lupi rimaste inutilizzate. "E poi, guarda: le pecore che sono morte erano deboli. Sarebbero morte lo stesso."
Alla fine il lupo si saziò per un poco, e andò a sonnecchiare nella sua tana.
"Hai gridato al lupo al lupo", accusarono gli abitanti del villaggio, "ma ora non c'è nessun lupo e non hai bisogno di noi. Perché hai gridato al lupo la settimana scorsa? Oggi non c'è nessun lupo!"
"Ma il lupo c'era!" singhiozzò il ragazzo, "e ha ucciso così tante pecore! E potrebbe tornare! Dovremmo essere pronti!"
"Hai già sprecato il nostro tempo", risposero gli altri, "hai gridato al lupo, e a cosa è servito? A niente. Perché mai dovremmo ascoltarti adesso allora?" Un altro disse "Sei tu il vero nemico, non il lupo!"
"Ma c'è davvero il lupo!" gridò il ragazzo, trascinando la creatura fuori dalla tana per mostrarla agli altri abitanti del villaggio. "Eccolo! Aiutatemi a liberarci di lui una volta per sempre!"
"Non dirmi cosa fare", disse uno. "È mio diritto convivere con il lupo!", disse un'altra. "E poi, chi ha deciso che tu dovessi fare il pastore?" chiese una terza.
Il lupo sorrise.
(Carl T. Bergstrom; originale nei commenti)