estensione del dominio della friendzone
Esiste il fenomeno della friendzone che si autoavvera. Esci con l'amica e va tutto bene e te la faresti (come il 90% delle donne) ma ormai le tue aspettative non sono di certo quelle e non produci alcuna avance né tantomeno quelle dinamiche maciste e oppressive che leggi nei giornali (visualizzi mentalmente Laura Boldrini coi capigruppo che in modo surreale come il regista di Mullholland Drive guarda verso la telecamera del Parlamento e fissa proprio te). Si vedono tante cose in televisione che non puoi avere, eppure continui a guardarle, ciò non ti trasforma automaticamente in un maniaco o un represso. Ma Ella, alla ricerca di un'impossibile giustizia divina, ci tiene a rimarcare che c'è solo amicizia, nient'altro che amicizia, anzi sei un fratello, e comincia un'opera di castrazione psicologica del tutto innecessaria, e ovviamente non ha letto l'aforisma di Luca Ruella (e non di Oscar Wilde, come credono i più) sulle donne che pretendono l'amicizia equiparate agli uomini che pretendono sesso. E così chiarimento dopo chiarimento va a finire che per questo ammassamento di truppe sul confine, dopo che ti sei dichiarato fratello, amico, peluche, compagno del cuore, anche perché hai altri intrallazzi, in questa cold war non richiesta Ella ti scade proprio come persona in generale. La friendzone in sé non significa nulla, conta solo la friendzone ostensiva: farne un argomento di conversazione, un punto diplomatico dichiarato, un territorio di biopotere è in sé qualcosa che potrebbe uccidere qualsiasi relazione. E dopo che Ella ti racconta una, due, dieci, cento trombate occasionali e tu hai rubricato il tutto considerando che non riesci a immaginarla nuda vedi chiara come un'eclisse solare la vera necessità di questa amica, cioè essere desiderata disperatamente, avere l'incombenza di dover placare masse di intentatori stereotipati da film dei Vanzina. La donna che verbalizza la friendzone non sta marcando un territorio, ti sta usando come dildo negativo. E a quel punto l'unica via d'uscita è abbandonarla senza rimedio e imboccare la rotonda linguistica. [Paralonghismi, Zibaldone Digitale 2000-3000]