come ti risolvo l'emergenza sbarchi
Beppe Grillo ha avuto l’illuminazione: dal momento che l’Unione Europea è composta da più Paesi, bisognerebbe dividere i migranti equamente tra questi, in 28 quote. Come fare? Semplicissimo, bisognerebbe soltanto che i nuovi arrivati compilino una apposita modulistica, con allegata lettera motivazionale, dichiarando l’ordine di preferenza delle località in cui si vorrebbe andare. Seguirebbe la predisposizione di un’urna, per smistamento mediante sorteggio. Se la parte burocratica dovesse implicare un rallentamento dell’operazione di scaglionamento, allora sarebbe necessario, in maniera del tutto aleatoria, caricare i nuovi arrivati su degli altri barconi con posti numerati, contrassegnati con la bandiera dello Stato di destinazione. Potrebbe però sorgere un’ulteriore problematica, relativa ad un possibile sovraffollamento di alcune Nazioni: dal momento che l’indice di densità abitativa è variabile da zona a zona, potrebbero verificarsi pesanti ripercussioni sulla radicata composizione socio-economica dei differenti contesti. Come procedere? Si dovrebbe ripetere tutto l’iter sopra tracciato, attraverso precisi criteri parametrici, basati su variazioni percentuali adeguatamente proporzionate per ogni Stato. Se neppure così dovesse funzionare, la soluzione finale consisterebbe in un livellamento di tutta la popolazione effettiva, residenti compresi, finché non si riuscirà a raggiungere lo stesso parametro per ogni Stato. In caso di nascite che, complessivamente, facciano sforare l’indice di ab./kmq oltre il margine di tolleranza (0.001%), gli infanti dovranno essere portati sul burrone di Sparta e da lì fatti precipitare, così come indicato dalla teoria malthusiana, per la quale le risorse crescerebbero con progressione aritmetica e la popolazione con progressione geometrica, richiedendo così un indispensabile controllo del saldo naturale globale.
Angelino Alfano, invece, propone un’altra strategia, muovendo dal filone di pensiero per cui ogni individuo sarebbe forza lavoro in potenza di cui lo Stato è tenuto ad usufruire: i migranti dovrebbero lavorare gratis. Dal momento che costoro lasciano la terra natia per appropinquarsi presso gli ammiccanti lidi italici, sono tenuti a collaborare per il benessere della Bella Nazione: occorre che ricambino l’ospitalità loro offerta a colpi di vanga nel terreno, dal Polesine al Tavoliere. Daniela Santanchè ha però mosso un’obiezione in merito: “lavoro gratis agli immigrati significherebbe disoccupazione per gli italiani”. Qualora venisse attuato tale programma, bisognerebbe regolare nuovamente tutte le leggi della domanda e dell’offerta: gli autoctoni dovrebbero iniziare a lavorare senza compenso a loro volta, così da permettere il tanto atteso ritorno al baratto e la conseguente crisi del sistema bancario. L’unica controindicazione è che si potrebbe facilmente andare verso una crisi di sovrapproduzione, che porterà poi ad un nuovo e necessario ritorno al capitalismo per riuscire a controllare nuovamente il mercato.
Nel frattempo, Alfano ha anche mosso un’ulteriore osservazione: “Ogni volta che sento parlare Salvini mi accorgo di tutti i libri che non ha letto, i film che non ha visto e le canzoni che non ha ascoltato”. Relativamente al background culturale del leader del Carroccio e a quello del Presidente del Nuovo Centrodestra potremmo sicuramente non avere delle idee chiarissime, ma una cosa è palese: “Faccetta Nera” e “Giovinezza” hanno segnato il pensiero di entrambi nel profondo.